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Il ruolo del testosterone nell’insorgenza del cancro del seno

Il cancro del seno è il tumore maligno più frequente tra le donne a livello mondiale. Solo in Svizzera, ogni anno si ammalano circa 6600 donne di questa malattia. Nel 70 fino all’80 % dei casi si tratta di cosiddetti tumori positivi ai recettori ormonali (HR+). Le cellule di questi tumori possiedono recettori specifici che funzionano come piccole antenne.

Prof. Dr. Cathrin Brisken

Sono sensibili ai segnali degli ormoni sessuali femminili come l’estrogeno e il progesterone, che nelle cellule tumorali sono ricevuti come ordini che influenzano il comportamento delle cellule stesse. L’influsso di questi due ormoni sul normale sviluppo del tessuto delle mammelle e sulla comparsa di tumori ormono-dipendenti è ampiamente studiato.

 

Il testosterone, un ormone trascurato nella ricerca contro il cancro del seno

Un influsso molto meno studiato è invece quello del testosterone, sebbene quest’ormone abbia un ruolo importante non solo nell’organismo maschile ma anche in quello femminile. Il testosterone è sempre più rilevante nel contesto dei contraccettivi ormonali e delle terapie ormonali sostitutive. Alcune di queste terapie contengono i cosiddetti progestinici, ossia ormoni naturali o sintetici che nel corpo imitano l’azione del progesterone. A seconda della loro struttura, i progestinici possono agire anche in modo simile al testosterone o, al contrario, bloccarne l’effetto.

I progestinici vengono spesso impiegati per proteggere la mucosa uterina da una proliferazione eccessiva indotta dall’estrogeno. Ma siccome il seno è a sua volta un organo soggetto all’effetto degli ormoni, potrebbe reagire diversamente alla somministrazione dei progestinici rispetto alla mucosa uterina. Perciò è importante studiare attentamente gli effetti di diversi progestinici sul tessuto mammario. Solo così è possibile valutare il beneficio delle terapie in rapporto al potenziale rischio di cancro. 

 

Il testosterone rafforza la crescita delle cellule

Per comprendere meglio le interazioni ormonali, il team della professoressa Cathrin Brisken presso il Politecnico federale di Losanna esamina come diversi ormoni – da soli o in combinazione – agiscono sulle cellule mammarie. Il team analizza sia il tessuto sano sia il tessuto di cancro positivo ai recettori ormonali.

I primi risultati mostrano che le cellule del tumore crescono più rapidamente se vengono trattate contemporaneamente con estrogeno, progesterone e testosterone. Si è osservata una notevole differenza anche tra diversi progestinici di sintesi. Un progestinico con azione simile al testosterone ha favorito la crescita delle cellule e le ha rese più aggressive, sia nel tessuto sano sia in quello tumorale. Al contrario, un progestinico antiandrogeno (ossia, che inibisce l’effetto del testosterone) ha avuto un influsso nettamente inferiore sulla crescita.

Questi risultati suggeriscono che il tipo di progestinico impiegato potrebbe fare una grande differenza. Tuttavia si tratta ancora di ricerche iniziali. Sono necessari ulteriori studi e periodi di osservazione più lunghi per confermare questi primi risultati.

 

Perché questa ricerca è importante

Milioni di donne usano contraccettivi ormonali o terapie ormonali sostitutive, spesso per molti anni. Oggi non si sa ancora precisamente che effetto abbiano a lungo termine sul tessuto mammario e sul rischio di cancro.

Le ricerche condotte finora suggeriscono che il testosterone rivesta un ruolo importante nella crescita cellulare ormono-dipendente, in particolare quando agisce insieme all’estrogeno e al progesterone. Questa combinazione si verifica soprattutto nelle fasi del ciclo mestruale in cui tutti e tre gli ormoni hanno livelli più elevati.

Nel lungo termine, la professoressa Brisken e il suo team vogliono contribuire a capire meglio le basi biologiche degli influssi ormonali. L’obiettivo è utilizzare in modo più mirato le terapie ormonali e valutarne meglio i rischi, per proteggere la salute di milioni di donne in tutto il mondo.

 

Numero del progetto: KFS-5771-02-2023
 

Il progetto è stato reso possibile dalla Ricerca svizzera contro il cancro in collaborazione con la Claudia von Schilling Foundation.